Agriturismo Ristorante a Ferrara

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abbazia pomposa

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – L’ABBAZIA DI POMPOSA

UN’ABBAZIA SUL DELTA DEL PO…

Ai confini del Parco del Delta del Po, lungo la strada statale Romea, nel comune di Codigoro, sorge l’Abbazia di Pomposa.abbazia pomposa

Con il suo campanile di 48 metri, questa imponente chiesa si staglia nella pianura circostante ed è una delle abbazie più importanti di tutto il Nord Italia.

FONDATA DAI MONACI BENEDETTINI…

L’ abbazia fu fondata dai monaci Benedettini nel VII secolo, su quella che era anticamente un’isola compresa tra due rami del fiume Po, la cosiddetta Insula Pomposiana, circondata da una fitta vegetazione.

A quel tempo l’area in cui sorgeva l’abbazia non era certo delle più salubri, viste le paludi che la circondavano e, di conseguenza, non era nemmeno molto popolata.ABBAZIA POMPOSA portico

Proprio per questo i monaci decisero di erigere in questo punto la loro chiesa. Qui, potevano essere isolati dal resto del mondo e dedicarsi alle proprie attività vivendo in pace. D’altra parte, la regola dei Benedettini era ed è tutt’ora, “Ora et Labora”, vale a dire “Prega e Lavora”, per questo motivo, questa zona era veramente perfetta per loro.

Nel 1026 l’abbazia fu ufficialmente consacrata e divenne un monastero importantissimo dell’Italia settentrionale. Molti si recavano là in pellegrinaggio, viaggiatori di ogni genere e persone che volevano ritrovare se stesse e il contatto con Dio.

CICLI DI AFFRESCHI E UNO SPLENDIDO CAMPANILE…

Entrando nella chiesa, la basilica di Santa Maria Assunta, ciò che colpisce maggiormente, oltre alla somiglianza con chiese come Sant’ Apollinare a Ravenna, sono i cicli di affreschi di scuola bolognese della metà del Trecento. Potrete vedere storie del Vecchio e Nuovo Testamento, scene dell’Apocalisse e del Giudizio Universale.abbazia pomposa

Al fianco della chiesa, il campanile romanico-lombardo realizzato nel 1063 dall’architetto Deusdedit , colpisce per la sua altezza, che lo fa svettare come un faro in mezzo al paesaggio circostante piuttosto piatto.

GUIDOD’AREZZO E LE NOTE…

E’ importante ricordare che fu monaco di questa stessa abbazia Guido d’Arezzo un teorico musicale fra i più importanti del suo periodo, che proprio qui iniziò gli studi di teoria musicale e fu il precursore delle note, delle scale musicali e del pentagramma.portico abbazia pomposa

UN FARO NELLA NEBBIA…

Insomma, un vero e proprio gioiello del territorio a pochi chilometri da Ferrara. Se non l’avete ancora fatto, dovete assolutamente regalarvi una gita all’Abbazia di Pomposa. Sicuramente sarà un’esperienza bellissima in primavera o in estate, ma, se volete un consiglio, una gita in autunno o in inverno, magari con un po’ di nebbia, saprà regalarvi un’emozione unica. Vedrete il campanile stagliarsi in lontananza, quasi come un faro e ne rimarrete semplicemente incantati.abbazia pomposa nebbia

 

 

ercole de' roberti a ferrara

EVENTI A FERRARA – lL RINASCIMENTO A FERRARA, ERCOLE DE ROBERTI E LOREZO COSTA

IL RINASCIMENTO TORNA IN MOSTRA A FERRARA

Dal 18 Febbraio al 19 Giugno, Palazzo dei Diamanti ospita la splendida mostra dedicata alle opere di Ercole De Roberti e Lorenzo Costa, due tra i più illustri interpreti del Rinascimento Italiano.mostra palazzo dei diamanti ferrara

Il percorso espositivo è costituito da più di cento capolavori provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, come la National Gallery di Londra e il Minneapolis Institute of Art.

ERCOLE DE’ ROBERTI E LORENZO COSTA

Ercole de’ Roberti (Ferrara 1450 – 1496) era dotato di un incredibile talento creativo. Erede della cosiddetta Officia Ferrarese, fu il più giovane partecipante del clima culturale di Palazzo Schifanoia, dove ancora possiamo ammirare il suo lavoro nel Salone dei Mesi. Lavorò a Bologna, dove lasciò un’impronta profondissima ma fu senza dubbio Ferrara la città che lo vide operare ed esprimersi al meglio delle sue capacità. durante l’ultimo decennio della sua vita, trascorso presso la corte degli Estensi.mostra ferrara

Chi raccolse l’eredità di Ercole de’ Roberti fu Lorenzo Costa (Ferrara 1460 – Mantova 1535), di dieci anni più giovane, che rimase molto vicino alle opere del suo predecessore, durante le sue prime produzioni. Tuttavia, durante un lungo soggiorno a Bologna, la sua pittura mutò in direzione di una maggiore morbidezza e di una classicità calma e distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino stavano imponendo una nuovo modo di avvicinarsi alla pittura, che Costa comprese subito e del quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga.

Oltre a quelle dei due protagonisti, saranno presenti anche opere di artisti loro contemporanei, quali  Mantegna, Cosmè Tura, Nicolò dell’Arca, Marco Zoppo.mostra palazzo dei diamanti

LA SPLENDIDA CORNICE DI PALAZZO DEI DIAMANTI

Il tutto nella splendida cornice di Palazzo dei Diamanti, che, in seguito a un complesso intervento di restauro e riqualificazione, si promuove nuovamente come splendida sede per eventi e mostre di questo spessore.
Questa mostra si promuove come occasione unica per riscoprire l’incredibile ricchezza del Rinascimento Estense.mostra ferrara palazzo diamanti

FERRARA, REGINA DEL RINASCIMENTO

Non ci resta che attendere il 18 Febbraio, magari per trascorrere uno splendido fine settimana nella città che del Rinascimento ha fatto il suo vessillo e che, con questa mostra, si conferma vera perla del nostro paese e Patrimonio Unesco.

 

SACCA SCARDOVARI

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – LA SACCA DEGLI SCARDOVARI

UN PAESAGGIO FATASTICO SUL DELTA DEL PO…

A poca distanza da Porto Tolle, al confine tra Emilia Romagna e Polesine, si apre la Sacca degli Scardovari, un ampio bacino di acqua salmastra, che si estende per diversi chilometri nell’entroterra e si affaccia sul mare. Il suo nome deriva dalla scardova (o scardola), un pesce molto abbondante in zona verso la fine del Settecento.SACCA SCAROVARI ALBA

ACQUE DOLCI E SALATE

L’ambiente lagunare della sacca è una zona di passaggio tra l’habitat d’acqua dolce e quello marino: la salinità variabile è infatti dovuta al continuo incontro tra le acque dei fiumi e quelle salate dell’Adriatico.

Il bacino è protetto dal mare da sottili lingue di terra e banchi sabbiosi. Comunica con l’Adriatico attraverso due bocche: una situata vicino alla foce del ramo del Po delle Tolle e l’altra a Sud-Est.SACCA SCAROVARI VONGOLE

Formatasi con il continuo rimodellamento della linea costiera dovuto all’evoluzione del Delta, la sacca ha una superficie di circa 3.200 ettari, con una profondità media di circa un metro e mezzo.

SILENZIO E CONTEMPLAZIONE…

Se avrete voglia di regalarvi questa splendida gita, preparatevi al silenzio e alla contemplazione. Questa zona, infatti, è pressoché disabitata. Le case sono pochissime, sostituite dalle delle tipiche cavàne dei pescatori (case costruite e sospese sull’acqua tramite palificazioni).SACCA SCARDOVARI PORTO TOLLE

Vi sembrerà impossibile che, a pochi chilometri da Ferrara, possa esistere una zona così silenziosamente perfetta, eppure è ciò che la Sacca degli Scardovari riesce a regalare ai turisti che la scelgono come destinazione.

PRODUZIONI DI ECCELLENZA DEL TERRITORIO

Davanti a voi si aprirà un immenso bacino d’acqua, che ben si presta, data la sua idromorfologia, all’acquacoltura. Qui, infatti, vengono allevate le meravigliose Vongole veraci del Delta del Po. Inoltre l’attività di acquacoltura effettuata in questa zona, che è tra le più importanti d’Italia, si fregia della presenza di due specie autoctone di grande pregio, ovvero la Cozza di Scardovari DOP e lOstrica Rosa Perla del Delta, allevata con un sistema innovativo che simula, grazie a una tecnologia implementata con pannelli solari, le maree atlantiche dei mari nordeuropei.OSTRICHE ROSA DELTA

La qualità del prodotto è strettamente collegata alla particolarità della zona d’origine, che presenta caratteristiche uniche e peculiari, consentendo livelli di produttività molto elevati.

Le prime cooperative di pescatori di questa zona risalgono al 1936. Intere famiglie di pescatori si impegnarono in questa nuova tipologia produttiva, fino a farla diventare oggi la più importante d’Italia.

La coesistenza di clima, correnti lagunari e mix di acque dolci e salate ed ecosistema permette a questa zona di qualificarsi come unico e irripetibile territorio di produzione di eccellenza.

FAUNA E COLORI DELLA NATURA PER UN ‘ESPERIENZA INDIMENTICABILE

Ovviamente anche la fauna, i questa zona, è spettacolare. Potrete ammirare aironi bianchi o cenerini, fenicotteri, spatole e molte altre specie che trovano in questa zona il loro habitat naturale.SPATOLA DELTA PO

Se avrete la fortuna di trovarvi là al tramonto, resterete letteralmente incantati dai colori del cielo che variano dal rosa, all’arancio, al rosso e si specchiano sull’acqua tingendola di mille sfumature. Il verso lontano di qualche uccello marino farà da colonna sonora a tanto spettacolo e vi sembrerà di diventare un tutt’uno con la natura circostante.SACCA SCARDOVARI TRAMONTO

Sarà un’ esperienza fantastica, che confermerà, ancora una volta, se mai ce e fosse bisogno, la meraviglia del nostro territorio.

Lavanda del polesine

MONDO GREEN – LA LAVANDA DEL DELTA DEL PO

UN LILLA INTENSO…

Forse non tutti sanno che anche nelle Valli del Delta del Po, si coltiva la lavanda. Sto parlando del Polesine, cioè quella zona del delta più settentrionale, ma sempre a una manciata di chilometri dal delta emiliano.lavanda delta po

Se vi recherete da quelle parti intorno alla metà di Giugno, rimarrete letteralmente incantati dagli immensi campi color lilla intenso, tutti coltivati a lavanda.

LA SPLENDIDA OASI DI CA’MELLO

Nello specifico nell’ oasi di  Cà Mello, vicino a Porto Tolle, troverete uno splendido lavandeto, che vi ricorderà immediatamente un quadro impressionista e che non ha nulla da invidiare ai campi coltivati a lavanda che si possono ammirare in Francia.CAMPO DI LAVANDA POLESINE

La visita al lavandeto è ovviamente permessa, ma non la raccolta della lavanda, poiché è destinata a chi se ne prende cura. Potrete comunque camminare lungo i “corridoi” che si diramano tra un filare e l’altro e rimarrete inebriati dal profumo intenso dei fiori.

LA COMPAGNIA DELLA NATURA

A farvi compagnia, le api operaie, che, come sempre, saranno indaffaratissime a recuperare ogni più piccola briciola di nettare per produrre poi un ottimo miele aromatizzato al profumo di lavanda.

Non mancheranno le farfalle, bianchissime e splendide che passano di fiore in fiore.lavanda ape miele

E, naturalmente, gli aironi, meravigliosi e alteri abitanti del luogo, con il loro volo lento e cadenzato e il loro colore bianco o grigio.

Il limitare del campo di lavanda è delineato dalle risaie del Polesine, che creano una cornice davvero unica per questo splendido dipinto naturale.

UN’EMOZIONE UNICA…

Una piantagione di lavanda a poca distanza dal delta del Po è qualcosa che, sicuramente vi lascerà a bocca aperta, soprattutto se annuserete l’aria e riconoscerete il profumo intenso della salsedine, che si mescola con quello della dei fiori in cui sarete immersi e vi regalerà un’emozione davvero unica.

Ovviamente, trattandosi di un’oasi, è richiesto o, per lo meno, sarebbe richiesto, il silenzio, perciò vi consiglio, come sempre, di limitarvi a qualche foto. Per il resto non posso che sottolineare come l’esperienza in sé valga già come ricordo indelebile nella memoria, tanto da non necessitare di mille scatti o decine di riprese.

Regalatevi questa gita veramente spettacolare, vi basterà un’ora di automobile da Ferrara, per vivere una giornata davvero indimenticabile.lavanda polesine

 

fattori bologna

EVENTI A BOLOGNA – FATTORI, L’UMANITA’ TRADOTTA IN PITTURA

BOLOGNA CI REGALA UNA MOSTRA MERAVIGLIOSA…

Dal 16 Dicembre al 1° Maggio 2023, dopo 50 anni, Bologna ospita la splendida mostra dedicata alle opere del Fattori, presso Palazzo Fava. L’ esposizione presenta una straordinaria selezione di oltre 70 opere della splendida produzione dell’artista, considerato il  maestro indiscusso della macchia ed eccezionale precursore della modernità del XX secolo.

DICEVANO DI LUI…

Telemaco Signorini, uno dei principali protagonisti della rivoluzione macchiaiola, diceva del Fattori : “… Egli non ha realizzato una forma in questo suo quadro, egli ha realizzato un sentimento.” Ed è proprio il sentimento la

parola chiave per apprezzare appieno questa mostra. Il sentimento come elemento fondamentale della pittura del Fattori, un artista capace di esprimere l’umanità più vera e le emozioni più profonde, sia che dipingesse ritratti o paesaggi.

OPERE IN SEQUENZA PERFETTA

La sequenza delle opere permette al visitatore di seguire l’intera opera evolutiva dell’artista, accorpandola in nuclei tematici: la macchia, il tema militare, l’altra faccia dell’anima, Castiglioncello,  l’intima percezione del proprio tempo, la luce del vero e gli animali.
Per non parlare dei cosiddetti “ritratti dell’anima”, dipinti tra il 1861 e i primi del Novecento, dove la sensibilità introspettiva del Fattori si lega strettamente al realismo di stampo toscano. Primo fra tutti “I fidanzati” del 1861.

CASTIGLIONCELLO E LA MAREMMA

E ancora gli studi che il Fattori realizzo a Castiglioncello, un’oasi di pace dove l’artista si rifugio in seguito alla morte della moglie e dove ritrovò il suo slancio creativo.

Risalente alla fine del 1880 è l’incontro del Fattori con la Maremma e la sua vitalità. Qui dove il pittore recupera la traccia della propria anima nella simbiosi tra uomo e animale. Questo incontro darà vita a opere quali “La mena in Maremma” o “Viale con buoi e spaccapietre”, due opere di altissimo valore lirico.

 

viale con buoi e spaccapietre

Viale con buoi e spaccapietre

UNA MOSTRA DA VISITARE ASSOLUTAMENTE

Cosa dire di più? Non perdetevi questa mostra assolutamente meravigliosa, ne rimarrete veramente incantati!

La luce, la serenità, il sentimento, l’emozione che traspare da ogni opera vi colpiranno a tal punto, da voler ricominciare da capo e rivedere tutto quanto. Questo perché, ogni volta che ci si trova davanti a un’opera del Fattori, si muove dentro di noi un sentimento, che ha la capacità di rinnovarsi a ogni successiva vista.

E ‘quasi magia o, più semplicemente, è la magia dell’ arte, quella vera, quella con la “A” maiuscola.

 

trepponti

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO: COMACCHIO LA PICCOLA VENEZIA DELL’ EMILIA ROMAGNA

UN PICCOLO GRANDE GIOIELLO DEL DELTA DEL PO…

Comacchio è  una piccola cittadina lagunare a mezz’ora di auto da Ferrara.

comacchio

Comacchio e i suoi canali

Grazie ai suoi tanti canali attraversati da altrettanti ponti, è chiamata anche la “piccola Venezia” ed è una cittadina che incanta chiunque la visiti.

TREPPONTI, LA PORTA “SOSPESA” DELLA CITTA’

L’ ingresso alla città è davvero incredibile se si passa per i Trepponti, un vero e proprio incrocio di ponti, che collegano la cittadina lagunare alla terraferma.

trepponti

Trepponti

Se vi inoltrerete nelle stradine fiancheggiate dai canali, incontrerete il Ponte degli Sbirri, da cui si gode la vista più bella.

Da qui, infatti,  potrete ammirare l’antico Ospedale degli Infermi, oggi sede del Museo del Delta Antico che conserva un ricco patrimonio di beni archeologici provenienti dal territorio, dalle prime testimonianze di epoca protostorica sino al medioevo, compresa un’antica nave romana.

porticato cappuccini

Portico dei Cappuccini

manifattura marinati

Manifattura dei Marinati

Attraversando l’antico Porticato dei Cappuccini, che porta al Santuario di santa Maria in Aula Regia, si accede all’antica Manifattura dei Marinati. La struttura, completamente ristrutturata e tornata in funzione, conserva, al suo interno, la Sala dei fuochi, con 12 camini per la cottura allo spedo delle anguille, prima che vegano marinate.

PESCE E, NATURALMENTE, ANGUILLA…

E se è il pesce che vi interessa particolarmente,  dovete recarvi all’Antica Pescheria, uno splendido edificio del XVII secolo, che oggi ospita il mercato giornaliero del pescato.

A questo proposito save the date per i primi due weekend di Ottobre, che sono dedicati alla Sagra dell’Anguilla.

IMMERSI TRA SOGNO E REALTA’

valli di comacchio

Valli di Comacchio

Suggestiva a Natale con le sue mille luci, colorata a Carnevale, con i carri acquatici, turistica in estate, grazie alla vicinanza con il mare. Comacchio è una cittadina da visitare assolutamente e se, da qui, vi spingerete verso le Valli del Delta, che distano solo una manciata di chilometri, vi regalerete una gita indimenticabile.

Un consiglio extra… se avete voglia di sfidare la stagione invernale e decidete di fare una gita a Comacchio, aspettate una giornata con un po’ di nebbia, vi troverete immersi tra sogno e realtà, come se steste camminando in un tempo antico

Fidatevi, sarà un’emozione unica

 

comacchio inverno

Comacchio e la nebbia

 

 

FENICOTTERI ROSA

MONDO GREEN – I FENICOTTERI ROSA DELLA SALINA DI COMACCHIO

UNA NUVOLA ROSA CON DUE GAMBE LUNGHISSIME…

Il Fenicottero Rosa è la specie più diffusa della famiglia dei fenicotteri. Con un’altezza media di 110 – 150 cm, un’apertura alare di 240 cm e un peso che si aggira sui 3 – 4 kg, questi splendidi esemplari da sempre regalano vere e proprie emozioni a chi riesce a vederli nel proprio habitat naturale.salina di comacchio con fenicotteri

Il loro colore rosato dipende essenzialmente dalla loro dieta. Essi, infatti, si nutrono principalmente di alghe e crostacei che contengono carotenoidi, pigmenti che riescono a donare a questi animali il loro inconfondibile colore.

LA MAGIA DEL DELTA DEL PO

Il Delta del Po, con le sue valli, è l’habitat ideale per questa specie animale. I fenicotteri rosa, infatti, vivono in colonie più o meno numerose, che si trovano all’ interno della Salina di Comacchio o nelle valli a ridosso di Marina Romea.

Se volete regalarvi un’emozione davvero unica, regalatevi una gita in valle ad Aprile inoltrato. In questo periodo, infatti, sboccia la stagione degli amori e potrete, quindi, ammirare decine di esemplari maschi che emettono i loro canti amorosi, intrecciando il loro lungo collo con quello della compagna prescelta.fenicotteri nuvola rosa

Alcuni si esibiscono in voli articolati per stupire ulteriormente le femmine e planano sull’acqua con tutta la delicatezza di cui sono capaci.

Credetemi, è davvero uno spettacolo meraviglioso.

RISPETTARE SEMPRE LA NATURA

Inutile dire che il Fenicottero Rosa, come altre specie animali, risente fortemente dell’inquinamento marino. Questo grande problema li costringe, infatti, a spostarsi nei territori in cui possono continuare a trovare cibo.

Anche il turismo di massa non è un grande amico di questi volatili. Troppo spesso l’uomo, per puro diletto, va ben oltre le barriere e il rispetto della natura e non considera che gli animali hanno diritto alla propria privacy esattamente come gli esseri umani.fenicotteri rosa

Se volete, dunque, regalarvi l’emozione di vedere questi meravigliosi uccelli nel loro habitat naturale, restate fermi davanti a tanto spettacolo e fotografate con gli occhi e con il cuore, piuttosto che con la tecnologia.

 

I pittori di Pompei

EVENTI A BOLOGNA- I PITTORI DI POMPEI

“I PITTORI DI POMPEI”…

Se volete fare un meraviglioso tuffo nel I secolo d.C del nostro bel Paese, non dovete perdervi la splendida mostra al Museo Civico Archeologico di Bologna “I Pittori di Pompei”. Per la prima volta, verranno esposti straordinari esempi di pittura romana provenienti da quelle domus, celebri proprio per la bellezza delle loro decorazioni parietali.

UN INCREDIBILE PROGETTO ESPOSITIVO

Il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, cioè gli artisti e gli artigiani che realizzarono le decorazioni nelle case di PompeiErcolano e dell’area vesuviana. La mostra racconta, in più di 100 opere,  l’unicità di un mondo e le particolarità di quei pictores, artisti sul cui ruolo , ancora oggi, aleggia un’ aura di mistero e la cui arte segna, nel giro di pochi secoli, una vera e propria rivoluzione. Plinio il Vecchio li reputava così importanti da definirli “proprietà dell’universo”.mostra aBoloigna Pittori Pompei

Queste splendide opere, conservate dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. e portate alla luce dalle grandi campagne di scavi borbonici nel Settecento, ci danno la possibilità di comprendere meglio il grande lavoro che esisteva dietro le officine pittoriche.  Senza dimenticare l’importanza che esse hanno come fonte visiva degli usi e costumi del tempo.pittori di Pompei

LE PIU’ BELLE DOMUS DEL I SECOLO

Potrete ammirare capolavori dalle domus del Poeta Tragico, dell’Amore punito, e dalle Ville di Fannio Sinistore a Boscoreale, e dei Papiri a Ercolano e, credetemi, resterete senza parole, per la bellezza, la particolarità e il fascino di ogni singolo dettaglio.

 

UNA MOSTRA PER TUTTI…

Una mostra apertissima a tutti, in particolar modo, mi piace sottolinearlo, anche ai bambini e ai ragazzi che stanno magari affrontando o hanno affrontato a scuola questo specifico periodo storico. Con il loro sguardo attento e la loro vivace intelligenza, potranno, grazie a questa mostra, entrare a 360° gradi nella storia, approfondendo ciò che hanno letto nei testi scolastici. pittori di Pompei

CARPE DIEM…

Questi eventi sono perle rare da cogliere al volo, soprattutto quando prendono vita a pochi chilometri da noi. La vicinanza a Bologna e al suo patrimonio artistico e culturale é una grande risorsa per una città come Ferrara, che, già di suo, vanta moltissime ricchezze.

I Pittori di Pompei

Seguite il mio consiglio, non perdetevi questa splendida mostra, entrerete nella storia antica della nostra splendida Italia, che si conferma, sempre e per sempre, il paese più bello del mondo.

 

Dozza a pochi km da Corte dei Gioghi

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – DOZZA

DOZZA , UNA GALLERIA A CIELO APERTO…

A circa mezz’ora di auto dall’ Agriturismo Corte dei Gioghi, a soli 6km da Imola, si trova il Borgo Medievale di Dozza (Bo), che fa parte dei Borghi più belli d’Italia.

LA ROCCA SFORZESCA DEL XV SECOLO

Rocca di Dozza

La Rocca Sforzesca

Posto su una collina che domina la valle del fiume Sellustra, Dozza gode di un magnifico panorama, che può essere ammirato dalla splendida e possente Rocca Sforzesca, fatta riedificare da Caterina Sforza nel XV secolo, che si trova nel punto più alto del paese. La rocca è quasi interamente visitabile, ma il panorama che potrete vedere dalla Torre maggiore e dalla Torre minore, sarà davvero impagabile.

MURALES DI MILLE COLORI

Paesaggio con nuvole e arcobaleno

“Paesaggio con nuvole e arcobaleno”

Il delizioso centro storico ha conservato intatto l’originale tessuto edilizio di stampo medioevale, comprese le antiche mura. Tuttavia, oltre alla storia che vi si può respirare, questo borgo nasconde qualcosa di  spettacolare. Le mura delle case, le strade, le piazze sono decorate con splendidi affreschi realizzati da nomi prestigiosi dell’arte contemporanea.

Si comincia con “Paesaggio con nuvole e arcobaleno” di Alfonso Frasnedi, dipinto sull’arco d’ingresso del borgo, per proseguire con “L’Angelo di Dozza” Giuliana Bonazza,probabilmente la più famosa delle opere e “Two women chatting” di Kamil Tarqosz.

l'angelo di dozza

“L’ Angelo di Dozza”

Vi sembrerà di camminare in una vera e propria galleria a cielo aperto e resterete affascinati e colpiti dai colori, dalle linee, dall’intensità dei tratti. Dietro a ogni angolo una nuova scoperta, un nuovo messaggio, una nuova opera d’arte, che vi lasceranno a bocca aperta.

two women chatting

“Two women chatting”

UN BORGO TRA STORIA E CONTEMPORANEITA’

dozza centro storico

Le stradine medioevali

Dozza è un borgo solare, ricco di storia fusa con la contemporaneità, in un connubio perfetto, capace di regalare emozioni forti e grande stupore. Un paese piccolo, ma ricchissimo di voci antiche e colori moderni. Un borgo capace di conservare vibrazioni di un passato lontanissimo ed echi di colore dei nostri giorni.

Impossibile che Dozza non piaccia. Saranno i ciottoli antichi e la sua imponente rocca ad affascinarvi o gli splendidi murales che potrete scoprire in ogni via? Non avete che da andare a visitarla, per scoprire la bellezza davvero unica di questo piccolo gioiello del nostro territorio.

 

 

 

 

 

 

Pettirosso

MONDO GREEN – IL PETTIROSSO

E’ TORNATO IL PETTIROSSO, L’INVERNO E’ ALLE PORTE…

Anche quest’anno, nel giardino dell’agriturismo Corte dei Gioghi, è tornata un  pettirosso, che, da qualche anno, nidifica in mezzo alle nostre siepi.Pettirosso Corte dei Gioghi

Un nome azzeccatissimo

Erithacus rubecula“, cioè, “rosso uccellino solitario“, questo il nome scientifico del pettirosso e decisamente perfetto per questa specie. Questo delizioso uccellino, infatti, vive da solo o con la compagna, di cui si prende cura, soprattutto nel periodo di cova.

Le popolazioni stanziali italiane di pettirossi nidificano, durante la stagione calda, in montagna, nei boschi di latifoglie e di conifere, mentre in inverno si concentrano in pianura e in collina, ma sempre in zone rurali o boscose.Nido Pettirosso

Il Pettirosso nidifica nei buchi o nelle spaccature di alberi, ai piedi delle siepi, nell’edera o anche in vecchi oggetti lasciati dall’uomo.

E ‘un uccellino coraggioso e molto territoriale. Nella stagione fredda si avvicina spesso alle abitazioni in cerca di cibo. E’ possibile aiutarlo lasciando sul davanzale o in terra cibo di suo gradimento, vale a dire semi, frutta, pezzetti di carne grassa. Lo vedrete tornare e tornare ancora, perché un uccellino temerario, che non ha paura di nulla.

Uccellino Nazzionale della Gran Bretagna

Piccolo, rotondo e con il suo inconfondibile petto rosso – arancio, il pettirosso si è conquistato, in Gran Bretagna,  il titolo di National Bird. Gli Inglesi, infatti, hanno una vera e propria predilezione per il “robin” (pettirosso) e lo hanno voluto insignire di un tale titolo, soprattutto per il suo carattere solitario, ma dolce e coraggioso a un tempo.Pettirosso Corte dei Gioghi

Da sempre considerato come un vero e proprio porta fortuna, il Pettirosso è, in realtà, il simbolo della vita che va avanti anche durante le difficoltà. Come non essere d’accordo quando vediamo questo esserino sgambettare in mezzo alla neve?

La leggenda del pettirosso nella notte di Natale

E naturalmente tante sono le leggende a lui legate, una su tutte quella che lo vede protagonista della notte di Natale.

Secondo la leggenda, infatti, nella notte di Natale, nella stalla in cui era appena nato Gesù, faceva davvero molto freddo. Il fuoco, unica fonte di calore per il bambino, stava per spegnersi e tutto ciò che Maria poteva fare era chiamare in aiuto gli animali circostanti. Chiese al bue, ma questi giaceva profondamente addormentato sul pavimento della stalla e non la sentiva. Successivamente, chiese all’asino di ridare vita al fuoco, ma nemmeno lui la sentì. Né il cavallo o la pecora.
All’improvviso, Maria udì un battito di ali. Un pettirosso l’aveva sentita gridare aiuto ed era volato alla stalla per aiutarla. Le sue ali erano come piccoli mantici, che sbuffavano e sbuffavano aria sulle braci, finché non tornarono a brillare di un rosso vivo. Continuò ad alimentare il fuoco, cantando per tutto il tempo, finché le ceneri non iniziarono ad accendersi. Con il becco, il pettirosso raccolse dei bastoncini freschi e asciutti e li gettò nel fuoco. Ma mentre lo faceva, una fiamma bruciò il petto dell’uccellino di un rosso vivo. Ma il pettirosso continuò semplicemente ad alimentare il fuoco finché non scoppiettò vivacemente e riscaldando l’intera stalla, mentre Gesù Bambino dormiva sereno.
Maria ringraziò di cuore il pettirosso per i suoi sforzi. Guardò teneramente il suo piccolo petto, che ora era rosso per le bruciature e lo benedisse per il suo atto di valore e altruismo, dicendo: “D’ora in poi, lascia che il tuo petto rosso sia un ricordo della tua buona azione”.

Ecco spiegato perché, il piccolo grande cuore del Pettirosso è ricoperto di piume rosse.

Il “nostro” piccolo, grande amico

Fiabesco e tenerissimo, il pettirosso è un piccolo amico che ogni giorno rallegra le nostre giornate qui a Corte dei Gioghi. NIdo PettirossoOgni anno lo attendiamo con ansia, perché da sempre, quando arriva nel nostro giardino, porta con sé la magia del Natale, il sorriso della tenerezza e il calore di una piccola vita forte e resistente nei lunghi e freddi giorni invernali.

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