Agriturismo Ristorante a Ferrara

Borghi nascosti e gioielli del territorio

brisighella

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – BRISIGHELLA

BRISIGHELLA E I SUOI TRE COLLI…

Brisighella è un borgo antico, che si adagia ai piedi di tre inconfondibili pinnacoli rocciosi su cui poggiano una Rocca del XV secolo, la Torre dell’Orologio ed il Santuario del Monticino.

colli brisighella

LE ORIGINI

I reperti archeologici testimoniano come la vallata del Lamone ospitasse insediamenti umani fino dall’età neolitica e, successivamente, anche popolazioni di origine celtica. Tuttavia, fu l’occupazione romana a valorizzarla con la costruzione della Via Faentina, percorsa dalle carovane che portavano il sale dalle Saline di Cervia a Roma.rocca brisighella

Le origini del borgo risalgono alla fine del Duecento quando Maghinardo Pagani, considerato il più grande condottiero medioevale della Romagna (citato anche da Dante nella Divina Commedia) edificò su uno dei tre colli quella che divenne la torre fortificata più importante della vallata, ai cui piedi si sviluppò il Borgo.

STRADE E STRADINE…

Arte, storia e architettura a Brisighella si fondono in maniera emozionante. Il borgo è composto da un dedalo di antiche viuzze, tratti di cinta muraria e scale scolpite nel gesso.

borgo brisighella

LA VIA DEGLI ASINI

Nel centro storico domina l’Antica Via del Borgo, una strada coperta del XII secolo. La via è sopraelevata ed illuminata da mezzi archi di differente ampiezza ed era un baluardo di difesa per la cittadella medioevale. Famosa per la sua architettura particolarissima, questa strada è meglio nota come “Via degli Asini” ,per il ricovero che offriva agli animali dei birocciai che l’abitavano.

via degli asini

UN OLIO DELIZIOSO

In questa zona, la coltivazione dell’ulivo risale a tempi antichissimi, si sono infatti trovate tracce della sua produzione fin dai tempi dei Romani. Alla bassa altitudine (115 m.), tipica dei borghi della collina dell’Appennino Tosco-Romagnolo, la coltura dell’ulivo, protetta dai venti freddi di levante, grazie alla conformazione ad anfiteatro della valle e da quelli del nord da una barriera naturale di gesso, ha trovato un clima ideale, dando così vita ad un olio davvero eccellente e ormai molto famoso.

olio brisighella

LE FESTE MEDIOEVALI

Se poi volete fare un vero e proprio tuffo nel passato, non potete perdervi le Feste Medioevali di Brisighella. Potrete  fare un vero e proprio salto indietro nel tempo, fino allontano 1413. Giullari, musici, danzatrici, mercanti, tornei cortesi, tarocchi chiaroveggenti e spaccati di vita medioevale, il tutto condito con un ottima cucina medioevale prorposta nelle osterie e nei ristoranti con pietanze d’altri tempi.

feste medioevali brisighella

UNA GITA FANTASTICA…

A poco  più di un’ora d’ auto dall’ Agriturismo Corte dei Gioghi, Brisighella è senza dubbio una fantastica esperienza da regalarsi. Arte, storia ,buon cibo, panorami, passeggiate e divertimento… cosa chiedere di piu?brisighella ulivi

 

 

castello di mesola

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – IL CASTELLO DI MESOLA

UN CASTELLO NEL DELTA DEL PO…

Con nove miglia di cinta muraria, quattro torri e mura merlate e, tutt’attorno, un bosco per la caccia, il Castello di Mesola è una delle 19 Delizie Estensi, ossia una delle loro prestigiose dimore di lusso.mesola

Il castello fu realizzato per volere di Alfonso II d’Este, ultimo discendente della dinastia,  tra il 1578 ed il 1583 sotto la guida di Giovan Battista Aleotti su progetto di Marco Antonio Pasi, detto Il Montagnana. Il duca desiderava lasciare un segno importante sul territorio ferrarese, costruendo una residenza di corte sfarzosa, al punto da poter competere, per dimensioni e magnificenza, con il più antico castello di Ferrara, simbolo primo del dominio estense.

interni castello mesola

La Delizia, che ha una base quadrata e quattro imponenti torri merlate poste ai suoi angoli, è circondata da un bosco per la caccia e da edifici porticati ed è stata proprietà degli Estensi fino al 1771.

L’interno dimostra tutt’oggi la maestosità del progetto, con l’eleganza delle sue sale e dei suoi saloni affrescati coi simboli dei personaggi che ne hanno segnato la storia.

LA STORIA DI MESOLA

Tra le tate ipotesi legate all’etiologia del nome Mesola, quella più accreditata è legata all’origine latina “media insula”, un esplicito riferimento alla conformazione dell’antico insediamento. Il borgo di Mesola cominciò a vivere proprio grazie agli Estensi, che, alla fine del Quattrocento, acquistarono l’area della tenuta, occupata dal mare fino al X secolo, per costruirvi a delle dimore di campagna.affreschi castello mesola

Secondo l’ipotesi di alcuni storici, questa futura città rinascimentale doveva contrastare il potere di Venezia sull’ Adriatico: un progetto ambizioso che necessitava di tempo e di eredi che Alfonso II non riuscì ad avere. Nel 1598, infatti, lo Stato Pontificio tornò in possesso del Ducato di Ferrara e, di conseguenza, anche di Mesola.

IL MUSEO DEL CERVO E DEL BOSCO DELLA MESOLA

Nella suggestiva cornice del Castello è situato il Museo del Cervo e del Bosco della Mesola. L’esposizione illustra l’evoluzione del territorio e le sue caratteristiche principali, tra le quali spiccano la Riserva naturale del Gran Bosco della Mesola e il Cervo delle dune.

museo cervo mesola

UN CASTELLO NELLA TERRA DI MEZZO…

Se poi, come me, amate osservare le cose ancora con lo stupore di un bambino, non potrete fare a meno di notare come l’imponenza di questa splendida struttura risulti ancora più “dominante” se paragonata al territorio su cui sorge. In fondo, a pensarci bene, siamo sul delta del Po, a poca distanza dalle valli e dal mare stesso.

castello mesola nebbia

Il Castello di Mesola è proprio così, circondato dal “boscone” e appoggiato sulla terra di mezzo, tra la terraferma e il are. Questa posizione unica gli conferisce un aspetto ancor più imponente e principesco e fa sì ce si distingua sicuramente dai castelli arroccati sui cocuzzoli di monti e colli, ma senza perderne il grande fascino.

castello mesola veduta

 

brisighella

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – BRISIGHELLA

IL BORGO MEDIOEVALE DI BRISIGHELLA ED I SUOI TRE COLLI

All’interno del Parco Regionale della Vena del Gesso, nel cuore dell’Appennino Tosco – Romagnolo, sorge lo splendido borgo medioevale di Brisighella.rocca brisighella

Il paese è circondato da tre pinnacoli rocciosi su cui si trovano una Rocca del XV secolo, la Torre dell’Orologio e il Santuario del Monticino.

LA STORIA

Le origini di Brisighella risalgono alla fine del Duecento, il più grande condottiero medioevale della Romagna, Maghinardo Pagani ( citato anche da Dante, nella Divina Commedia!)edificò la torre fortificata su uno dei tre colli, ai piedi del quale crebbe il borgo.via degli asini brisighella

Il centro del paese è caratterizzato da un dedalo di antiche viuzze, tratti di cinta muraria e scale scolpite nel gesso.
Nel centro storico domina l’Antica Via del Borgo, una strada coperta del XII secolo, sopraelevata ed illuminata da mezzi archi di differente ampiezza, baluardo di difesa per cittadella medioevale. Famosa in virtù della sua architettura particolarissima, è nota come Via degli Asini per il ricovero che offriva agli animali dei birocciai che l’abitavano.

OLIO DOP E NON SOLO…

Oltre alla storia, all’arte e all’architettura, Brisighella è famosa anche come meta di turismo enogastronomico, basti pensare al delizioso olio che si produce sulle colline circostanti. Infatti, la bassa altitudine che le caratterizza e la protezione dai venti freddi dell’ Est e del Nord, grazie alla conformazione ad anfiteatro della valle e alla barriera naturale di gesso, fanno sì che la produzione dell’olio trovi in questi luoghi un microclima temperato ideale, che porta a uno splendido prodotto DOP.olio brisighella

Da provare assolutamente la spoja lorda (buonissima!) una sfoglia tipica di Brisighella che è fatta a mano, con i medesimi ingredienti delle altre paste tradizionali di Romagna (cappelletti, tagliatelle, tagliolini…), ma viene tagliata in forme piccole, piccoli quadrati, riempiti con formaggio squaquarone, parmigiano e lasciati quasi uniti tra di loro, non separati come i cappelletti o i ravioli. Una sfoglia che trova le sue origini nei tanti impegni delle massaie. Quando non avevano il tempo necessario per preparare i cappelletti che richiedevano un ripieno più elaborato, oppure per utilizzare i resti della sfoglia dei cappelletti.spoja lorda brisighella

LE FESTE MEDIOEVALI

Se poi volete tuffarvi completamente nella storia medioevale, non dovete perdervi le meravigliose Feste Medioevali, che tutti gli anni si svolgono a Brisighella nel mese di Giugno. Giullari, musici, danzatrici, mercanti, tornei cortesi, tarocchi, chiaroveggenti e spaccati di vita medioevale, il tutto condito con un ottima cucina, che potrete provare nelle osterie e nei ristoranti con pietanze d’altri tempi.feste medioevali brisighella

Insomma, regalatevi una gita a Brisighella, questo piccolo gioiello del nostro territorio vi conquisterà. A solo un’ora di macchina dall’Agriturismo Corte dei Gioghi, troverete natura, arte, storia, architettura e ottimo cibo!brisighella

rocchetta mattei

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – LA ROCCHETTA MATTEI

160 ANNI DI STORIA IN UNA SPLENDIDA ROCCA…

Se avete voglia di scoprire un piccolo gioiello del nostro territorio, vi consiglio di organizzare una gita alla Rocchetta Mattei. A un’ora di macchina da Ferrara, nel comune di Grizzana Morandi (Bo) troverete un particolarissimo castello ottocentesco, costruito sul cocuzzolo di una montagna.rocchetta mattei grizzana

UNA ROCCHETTA SULLE ROVINE DI UNA ROCCA…

Questa imponente costruzione deve il suo nome al conte Cesare Mattei (1809-1896),che lo fece costruire sulle rovine di un’antica costruzione risalente al XIII secolo, vale a dire la Rocca di Savignano.grizzana morandi

Il castello fu modificato più volte nella sua struttura, sia dal conte che dai suoi eredi. Per questo motivo oggi ci si presenta come un labirinto di torri, scalinate, sale da ricevimento e camere da letto alcune in  stile neomedioevale, altre rinascimentale e altre ancora in stile moresco o Liberty.rocchetta mattei bologna

IL CONTE CESARE MATTEI

Il Conte Cesare Mattei nacque da una ricca famiglia bolognese. Ricevette il titolo di Conte nel 1847 da Papa Pio IX, a seguito di una donazione terriera vicino a Comacchio. Nel 1850, acquistò il terreno su cui poi avrebbe fatto edificare la Rocchetta e, negli anni seguenti, dedicò i suoi sforzi allo studio ed alla divulgazione della medicina alternativa che battezzò Elettromeopatia. Questa pratica gli assicurò fama mondiale. Tra i suoi pazienti vi furono personaggi celebri come lo Zar Alessandro II Ludwig III di Baviera.  Mattei era diventato così noto che fu menzionato anche da Dostoeveskji nel suo romanzo I fratelli Karamazov. medicina alternativa, elettromeopatia

UNO STILE UNICO…

Per quanto possa sembrare impossibile, lo stile della Rocchetta presenta evidenti i richiami decorativi a costruzioni quali l’Alhambra di Granada per il Cortile dei Leoni e la Grande Moschea di Cordova per la cappella dove il Conte Mattei è sepolto.rocchetta mattei

UN CASTELLO FIABESCO, NEL CUORE DELL’APENNINO…

Proprio per questo, arrivando dalla Porrettana, vi sembrerà di vedere, da lontano, un castello in stile Disney, che nulla ha a che vedere con tutto ciò che lo circonda e rimarrete così stupiti da volerlo assolutamente visitare.

Il territorio che abbraccia la Rocchetta Mattei è quello tipico dell’Appennino Tosco-Emiliano e la vegetazione che circonda la struttura renderà la vostra visita ancora più piacevole se la farete in primavera inoltrata o in estate. Non rimarrete certo delusi e vi sembrerà, per tutto il tempo della visita di essere rimasti sospesi in un tempo indistinto, quasi da favola e in uno spazio pressoché surreale.rocchetta mattei

 

 

 

 

 

 

 

 

abbazia pomposa

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – L’ABBAZIA DI POMPOSA

UN’ABBAZIA SUL DELTA DEL PO…

Ai confini del Parco del Delta del Po, lungo la strada statale Romea, nel comune di Codigoro, sorge l’Abbazia di Pomposa.abbazia pomposa

Con il suo campanile di 48 metri, questa imponente chiesa si staglia nella pianura circostante ed è una delle abbazie più importanti di tutto il Nord Italia.

FONDATA DAI MONACI BENEDETTINI…

L’ abbazia fu fondata dai monaci Benedettini nel VII secolo, su quella che era anticamente un’isola compresa tra due rami del fiume Po, la cosiddetta Insula Pomposiana, circondata da una fitta vegetazione.

A quel tempo l’area in cui sorgeva l’abbazia non era certo delle più salubri, viste le paludi che la circondavano e, di conseguenza, non era nemmeno molto popolata.ABBAZIA POMPOSA portico

Proprio per questo i monaci decisero di erigere in questo punto la loro chiesa. Qui, potevano essere isolati dal resto del mondo e dedicarsi alle proprie attività vivendo in pace. D’altra parte, la regola dei Benedettini era ed è tutt’ora, “Ora et Labora”, vale a dire “Prega e Lavora”, per questo motivo, questa zona era veramente perfetta per loro.

Nel 1026 l’abbazia fu ufficialmente consacrata e divenne un monastero importantissimo dell’Italia settentrionale. Molti si recavano là in pellegrinaggio, viaggiatori di ogni genere e persone che volevano ritrovare se stesse e il contatto con Dio.

CICLI DI AFFRESCHI E UNO SPLENDIDO CAMPANILE…

Entrando nella chiesa, la basilica di Santa Maria Assunta, ciò che colpisce maggiormente, oltre alla somiglianza con chiese come Sant’ Apollinare a Ravenna, sono i cicli di affreschi di scuola bolognese della metà del Trecento. Potrete vedere storie del Vecchio e Nuovo Testamento, scene dell’Apocalisse e del Giudizio Universale.abbazia pomposa

Al fianco della chiesa, il campanile romanico-lombardo realizzato nel 1063 dall’architetto Deusdedit , colpisce per la sua altezza, che lo fa svettare come un faro in mezzo al paesaggio circostante piuttosto piatto.

GUIDOD’AREZZO E LE NOTE…

E’ importante ricordare che fu monaco di questa stessa abbazia Guido d’Arezzo un teorico musicale fra i più importanti del suo periodo, che proprio qui iniziò gli studi di teoria musicale e fu il precursore delle note, delle scale musicali e del pentagramma.portico abbazia pomposa

UN FARO NELLA NEBBIA…

Insomma, un vero e proprio gioiello del territorio a pochi chilometri da Ferrara. Se non l’avete ancora fatto, dovete assolutamente regalarvi una gita all’Abbazia di Pomposa. Sicuramente sarà un’esperienza bellissima in primavera o in estate, ma, se volete un consiglio, una gita in autunno o in inverno, magari con un po’ di nebbia, saprà regalarvi un’emozione unica. Vedrete il campanile stagliarsi in lontananza, quasi come un faro e ne rimarrete semplicemente incantati.abbazia pomposa nebbia

 

 

SACCA SCARDOVARI

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – LA SACCA DEGLI SCARDOVARI

UN PAESAGGIO FATASTICO SUL DELTA DEL PO…

A poca distanza da Porto Tolle, al confine tra Emilia Romagna e Polesine, si apre la Sacca degli Scardovari, un ampio bacino di acqua salmastra, che si estende per diversi chilometri nell’entroterra e si affaccia sul mare. Il suo nome deriva dalla scardova (o scardola), un pesce molto abbondante in zona verso la fine del Settecento.SACCA SCAROVARI ALBA

ACQUE DOLCI E SALATE

L’ambiente lagunare della sacca è una zona di passaggio tra l’habitat d’acqua dolce e quello marino: la salinità variabile è infatti dovuta al continuo incontro tra le acque dei fiumi e quelle salate dell’Adriatico.

Il bacino è protetto dal mare da sottili lingue di terra e banchi sabbiosi. Comunica con l’Adriatico attraverso due bocche: una situata vicino alla foce del ramo del Po delle Tolle e l’altra a Sud-Est.SACCA SCAROVARI VONGOLE

Formatasi con il continuo rimodellamento della linea costiera dovuto all’evoluzione del Delta, la sacca ha una superficie di circa 3.200 ettari, con una profondità media di circa un metro e mezzo.

SILENZIO E CONTEMPLAZIONE…

Se avrete voglia di regalarvi questa splendida gita, preparatevi al silenzio e alla contemplazione. Questa zona, infatti, è pressoché disabitata. Le case sono pochissime, sostituite dalle delle tipiche cavàne dei pescatori (case costruite e sospese sull’acqua tramite palificazioni).SACCA SCARDOVARI PORTO TOLLE

Vi sembrerà impossibile che, a pochi chilometri da Ferrara, possa esistere una zona così silenziosamente perfetta, eppure è ciò che la Sacca degli Scardovari riesce a regalare ai turisti che la scelgono come destinazione.

PRODUZIONI DI ECCELLENZA DEL TERRITORIO

Davanti a voi si aprirà un immenso bacino d’acqua, che ben si presta, data la sua idromorfologia, all’acquacoltura. Qui, infatti, vengono allevate le meravigliose Vongole veraci del Delta del Po. Inoltre l’attività di acquacoltura effettuata in questa zona, che è tra le più importanti d’Italia, si fregia della presenza di due specie autoctone di grande pregio, ovvero la Cozza di Scardovari DOP e lOstrica Rosa Perla del Delta, allevata con un sistema innovativo che simula, grazie a una tecnologia implementata con pannelli solari, le maree atlantiche dei mari nordeuropei.OSTRICHE ROSA DELTA

La qualità del prodotto è strettamente collegata alla particolarità della zona d’origine, che presenta caratteristiche uniche e peculiari, consentendo livelli di produttività molto elevati.

Le prime cooperative di pescatori di questa zona risalgono al 1936. Intere famiglie di pescatori si impegnarono in questa nuova tipologia produttiva, fino a farla diventare oggi la più importante d’Italia.

La coesistenza di clima, correnti lagunari e mix di acque dolci e salate ed ecosistema permette a questa zona di qualificarsi come unico e irripetibile territorio di produzione di eccellenza.

FAUNA E COLORI DELLA NATURA PER UN ‘ESPERIENZA INDIMENTICABILE

Ovviamente anche la fauna, i questa zona, è spettacolare. Potrete ammirare aironi bianchi o cenerini, fenicotteri, spatole e molte altre specie che trovano in questa zona il loro habitat naturale.SPATOLA DELTA PO

Se avrete la fortuna di trovarvi là al tramonto, resterete letteralmente incantati dai colori del cielo che variano dal rosa, all’arancio, al rosso e si specchiano sull’acqua tingendola di mille sfumature. Il verso lontano di qualche uccello marino farà da colonna sonora a tanto spettacolo e vi sembrerà di diventare un tutt’uno con la natura circostante.SACCA SCARDOVARI TRAMONTO

Sarà un’ esperienza fantastica, che confermerà, ancora una volta, se mai ce e fosse bisogno, la meraviglia del nostro territorio.

trepponti

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO: COMACCHIO LA PICCOLA VENEZIA DELL’ EMILIA ROMAGNA

UN PICCOLO GRANDE GIOIELLO DEL DELTA DEL PO…

Comacchio è  una piccola cittadina lagunare a mezz’ora di auto da Ferrara.

comacchio

Comacchio e i suoi canali

Grazie ai suoi tanti canali attraversati da altrettanti ponti, è chiamata anche la “piccola Venezia” ed è una cittadina che incanta chiunque la visiti.

TREPPONTI, LA PORTA “SOSPESA” DELLA CITTA’

L’ ingresso alla città è davvero incredibile se si passa per i Trepponti, un vero e proprio incrocio di ponti, che collegano la cittadina lagunare alla terraferma.

trepponti

Trepponti

Se vi inoltrerete nelle stradine fiancheggiate dai canali, incontrerete il Ponte degli Sbirri, da cui si gode la vista più bella.

Da qui, infatti,  potrete ammirare l’antico Ospedale degli Infermi, oggi sede del Museo del Delta Antico che conserva un ricco patrimonio di beni archeologici provenienti dal territorio, dalle prime testimonianze di epoca protostorica sino al medioevo, compresa un’antica nave romana.

porticato cappuccini

Portico dei Cappuccini

manifattura marinati

Manifattura dei Marinati

Attraversando l’antico Porticato dei Cappuccini, che porta al Santuario di santa Maria in Aula Regia, si accede all’antica Manifattura dei Marinati. La struttura, completamente ristrutturata e tornata in funzione, conserva, al suo interno, la Sala dei fuochi, con 12 camini per la cottura allo spedo delle anguille, prima che vegano marinate.

PESCE E, NATURALMENTE, ANGUILLA…

E se è il pesce che vi interessa particolarmente,  dovete recarvi all’Antica Pescheria, uno splendido edificio del XVII secolo, che oggi ospita il mercato giornaliero del pescato.

A questo proposito save the date per i primi due weekend di Ottobre, che sono dedicati alla Sagra dell’Anguilla.

IMMERSI TRA SOGNO E REALTA’

valli di comacchio

Valli di Comacchio

Suggestiva a Natale con le sue mille luci, colorata a Carnevale, con i carri acquatici, turistica in estate, grazie alla vicinanza con il mare. Comacchio è una cittadina da visitare assolutamente e se, da qui, vi spingerete verso le Valli del Delta, che distano solo una manciata di chilometri, vi regalerete una gita indimenticabile.

Un consiglio extra… se avete voglia di sfidare la stagione invernale e decidete di fare una gita a Comacchio, aspettate una giornata con un po’ di nebbia, vi troverete immersi tra sogno e realtà, come se steste camminando in un tempo antico

Fidatevi, sarà un’emozione unica

 

comacchio inverno

Comacchio e la nebbia

 

 

Dozza a pochi km da Corte dei Gioghi

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – DOZZA

DOZZA , UNA GALLERIA A CIELO APERTO…

A circa mezz’ora di auto dall’ Agriturismo Corte dei Gioghi, a soli 6km da Imola, si trova il Borgo Medievale di Dozza (Bo), che fa parte dei Borghi più belli d’Italia.

LA ROCCA SFORZESCA DEL XV SECOLO

Rocca di Dozza

La Rocca Sforzesca

Posto su una collina che domina la valle del fiume Sellustra, Dozza gode di un magnifico panorama, che può essere ammirato dalla splendida e possente Rocca Sforzesca, fatta riedificare da Caterina Sforza nel XV secolo, che si trova nel punto più alto del paese. La rocca è quasi interamente visitabile, ma il panorama che potrete vedere dalla Torre maggiore e dalla Torre minore, sarà davvero impagabile.

MURALES DI MILLE COLORI

Paesaggio con nuvole e arcobaleno

“Paesaggio con nuvole e arcobaleno”

Il delizioso centro storico ha conservato intatto l’originale tessuto edilizio di stampo medioevale, comprese le antiche mura. Tuttavia, oltre alla storia che vi si può respirare, questo borgo nasconde qualcosa di  spettacolare. Le mura delle case, le strade, le piazze sono decorate con splendidi affreschi realizzati da nomi prestigiosi dell’arte contemporanea.

Si comincia con “Paesaggio con nuvole e arcobaleno” di Alfonso Frasnedi, dipinto sull’arco d’ingresso del borgo, per proseguire con “L’Angelo di Dozza” Giuliana Bonazza,probabilmente la più famosa delle opere e “Two women chatting” di Kamil Tarqosz.

l'angelo di dozza

“L’ Angelo di Dozza”

Vi sembrerà di camminare in una vera e propria galleria a cielo aperto e resterete affascinati e colpiti dai colori, dalle linee, dall’intensità dei tratti. Dietro a ogni angolo una nuova scoperta, un nuovo messaggio, una nuova opera d’arte, che vi lasceranno a bocca aperta.

two women chatting

“Two women chatting”

UN BORGO TRA STORIA E CONTEMPORANEITA’

dozza centro storico

Le stradine medioevali

Dozza è un borgo solare, ricco di storia fusa con la contemporaneità, in un connubio perfetto, capace di regalare emozioni forti e grande stupore. Un paese piccolo, ma ricchissimo di voci antiche e colori moderni. Un borgo capace di conservare vibrazioni di un passato lontanissimo ed echi di colore dei nostri giorni.

Impossibile che Dozza non piaccia. Saranno i ciottoli antichi e la sua imponente rocca ad affascinarvi o gli splendidi murales che potrete scoprire in ogni via? Non avete che da andare a visitarla, per scoprire la bellezza davvero unica di questo piccolo gioiello del nostro territorio.

 

 

 

 

 

 

La Scola

BORGHI NASCOSTI E GIOIELLI DEL TERRITORIO – LA SCOLA

LA SCOLA, UN BORGO MEDIEVALE DOVE IL TEMPO SI E’ FERMATO…

A Vimignano (Bo), a una manciata di chilometri dalla famosa Rocchetta Mattei e a solo un’ora di auto dall’ Agriturismo Corte dei Gioghi, sorge il piccolo borgo medievale de La Scola.La Scola

E’ un posto unico, dove il silenzio regna sovrano. Gli edifici risalgono al 1400 – 1500 e sono uno splendido esempio del lavoro degli architetti del tempo, i Maestri Comacini.

Una fortezza sull’appennino

Molto probabilmente il borgo ebbe ruolo strategico e difensivo, ne sono testimonianza le sue torri, che sono inserite tra le case antiche. Non dimentichiamo, infatti, che quella zona fu terra di grandi battaglie tra i guerrieri Franchi e i Longobardi invasori.La Scola

Il nome La Scola, infatti, deriverebbe  dal termine di origine romana “sculca”, che indica  posto di vedetta o di guardia in un luogo elevato. A sostenere questa tesi, infatti, ci sono alcuni edifici collegati tar loro da “corridoi pensili”, molto utili in caso di assedi o attacchi inaspettati.

A rendere ancora più suggestivo il tutto, un cipresso alto 25 metri, che con i suoi 700 anni di età si erge a vero e proprio monumento storico del borgo.cipresso La Scola

La magia del foliage

Se volete, poi, regalarvi una gita veramente unica, vi consiglio vivamente di raggiungere la Scola nel periodo autunnale, perché potrete ammirare la meraviglia del foliage, che l’appennino bolognese regala in questo periodo dell’anno.La Scola foliage

Sfumature di colore intenso che vanno dal rosso fuoco all’ arancio, al giallo… potrete camminare per le stradine del borgo raccogliendo “castagne matte” e sentendo, sotto i piedi, lo scricchiolio delle foglie secche, un rumore che diventa musica, nel silenzio assoluto del borgo della Scola. Qualche camino acceso che rimanderà il profumo della legna bruciata e il verso di un uccello in cerca di cibo faranno da corollario alla vostra splendida esperienza.

Un’esperienza indimenticabile

La Scola è un luogo speciale, un borgo lontano dal traffico e dal tempo, incastonato nell’appennino bolognese, come una pietra unica e preziosa… visitarlo, credetemi, sarà davvero un’emozione autentica.La Scola

Corte dei Gioghi

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